
risposte dello specialista Antonio Di Giorgio
Tra l'incudine e il martello
Apri domandaGentile Emanuele capisco bene il suo senso di difficoltà nel gestire il delicato equilibrio tra il rapporto con la sua compagna e quello con la sua famiglia. È normale che, in un cambiamento importante come la convivenza, emergano differenze di visione e aspettative, specialmente quando si tratta di confini e spazi personali. Da quello che descrive, sembra che sua compagna abbia un bisogno chiaro di proteggere l'intimità della vostra nuova casa, mentre per lei alcune dinamiche familiari sono normali e non vissute come invadenti. È possibile che vi troviate su due piani diversi di percezione: ciò che per lei è supporto familiare, per la sua compagna può sembrare un'intrusione. La chiave potrebbe essere trovare un compromesso che tuteli entrambi i vostri bisogni: riuscire a stabilire dei confini con la sua famiglia senza che questo si trasformi in un conflitto costante con la sua compagna. Potrebbe essere utile parlarne con lei in un momento di serenità, riconoscendo le sue emozioni e spiegando anche il suo punto di vista senza sentirsi attaccato. Se sente che questa situazione le pesa sempre di più, potrebbe essere utile un confronto più approfondito per aiutarla a comprendere meglio cosa le appartiene e cosa invece è una proiezione delle aspettative altrui. Dott. AntonioDi Giorgio...
Non riesco ad andare avanti, torno sempre dal mio ex
Apri domandaBuongiorno Francesca grazie per aver condiviso con tanta sincerità la tua storia. Da quanto racconti, è evidente quanto questa relazione sia stata importante per te, e quanto tu stia vivendo un momento emotivamente complesso, fatto di nostalgia, speranza, confusione e dolore. Otto anni sono tanti, soprattutto quando inizi così giovane: si cresce insieme, si cambia, ci si plasma anche attraverso le esperienze vissute in coppia. La relazione che descrivi è stata intensa, piena di emozioni forti, ma anche segnata da una ciclicità fatta di ritorni, tradimenti e nuove partenze. È naturale, quindi, che ora tu ti senta spaesata, ferita, e sospesa in un limbo, come lo definisci tu. La sensazione di ansia che stai provando — quel nodo allo stomaco, l’insonnia, il pianto improvviso — è il linguaggio del tuo corpo che cerca di elaborare una separazione che, nel profondo, non hai ancora accettato del tutto. È anche possibile che una parte di te stia reagendo più alla perdita e alla solitudine che all’effettiva qualità della relazione nel presente. La tua stessa riflessione ("appena torniamo insieme mi scende il sentimento") suggerisce che esista dentro di te anche un bisogno di interrogarti con onestà: desideri lui o desideri ciò che lui rappresenta per te — sicurezza, familiarità, significato? Il fatto che lui tremasse, che avesse gli occhi lucidi mentre ti ascoltava, dimostra che non sei stata indifferente per lui, che i sentimenti c'erano — forse ci sono ancora — ma anche che c’è stata una profonda ferita, un’esitazione nel rimettersi in gioco. Il suo silenzio ora potrebbe essere una forma di protezione, oppure l’inizio di un processo di chiusura. In entrambi i casi, però, non è qualcosa che tu puoi forzare. Cosa puoi fare ora? Prenditi cura di te. È il primo passo, il più difficile ma anche il più utile. Chiediti: “Sto bene con me stessa, al di là di lui?” Spesso cerchiamo di tornare a una relazione per colmare un vuoto che in realtà è nostro, non dell’altro. Riconosci il tuo valore. Hai avuto il coraggio di scrivergli, di metterti in discussione, di esprimere i tuoi sentimenti. Questo è un gesto nobile e maturo. Ma ora hai anche bisogno di proteggerti. Continuare a cercarlo mentre lui non risponde rischia di farti sentire sempre più piccola e impotente. Dagli tempo. Se davvero in lui c'è ancora qualcosa, ha bisogno di tempo per capirlo, senza pressioni. A volte, lo spazio e il silenzio dicono più di mille parole. Lascia che sia lui a fare eventualmente un passo, se lo sente. Interrogati con onestà. Prova a scrivere per te stessa — non per lui — una lista di ciò che ti manca di lui, e una lista di ciò che ti pesava. Spesso vediamo più chiaramente così se ciò che vogliamo è davvero la persona o solo il desiderio di sistemare un finale che non ci va giù. Se ti senti sopraffatta dall’ansia o dalla tristezza, considera anche la possibilità di rivolgerti a un* psicolog* per avere uno spazio sicuro in cui elaborare tutto questo. Non sei sola, e ci sono strumenti per aiutarti a vivere meglio anche questa transizione. Sono qui se vuoi scrivermi ancora, con tutta la delicatezza e la serietà che meriti....
Rimpianti e sguardi femminili: erano segnali di attrazione o solo illusioni?
Apri domandaCiao Marco, grazie per aver scritto con tanta sincerità e profondità. Gli sguardi che hai ricevuto negli anni, specialmente ripetuti e prolungati, non sono affatto una leggenda: spesso sono una forma autentica di interesse o curiosità. È vero, non sempre uno sguardo equivale a desiderio o attrazione forte, ma nemmeno è privo di significato. A volte può essere stima, bellezza percepita, un pensiero che attraversa l’altro in quel momento, una scintilla che però — per contesto, timidezza, o rispetto di altri legami — non trova uno sviluppo. Non hai perso davvero quelle occasioni, Marco, hai vissuto quello che potevi con i mezzi emotivi che avevi. Forse oggi sei più consapevole e pronto, e questa è già una ricchezza. La timidezza non è una colpa, e non toglie valore a ciò che sei o a quanto puoi ancora vivere. Il tuo valore non dipende da chi ti guarda, né da chi resta o passa. Dipende da te, da come ti vedi tu adesso, da come scegli di coltivare i tuoi rapporti futuri, più che quelli che non sono nati. Ti sei chiesto: "Forse prima piacevo di più?". Ma forse, Marco, oggi sei più vero. E questo può piacere a persone più giuste per te. Ci sei ancora, e c’è tempo. Ti andrebbe, ora, di raccontarmi che tipo di relazioni vorresti costruire, con tutta questa consapevolezza che hai?...
Problemi fantasie sessuali femdom e cuckold
Apri domandaGentile Marco92 La ringrazio per aver condiviso con tanto coraggio e lucidità pensieri e vissuti così intimi e personali. Le sue parole testimoniano una profonda consapevolezza, un desiderio di chiarezza e un forte bisogno di comprensione e di equilibrio. Premessa indispensabile: il piacere non è di per seè patologico, la definizione di patologia è complessa, ma la rassicuro: i chiari limiti che descrive sono essi stessi un indicatore di capire e capirsi. Mi pare di capire che è la "paura" che la trattiene. Ma adesso proseguo l'analisi del suo scritto. Quello che descrive rientra in un ambito molto complesso della sessualità umana: quello delle fantasie erotiche non convenzionali, legate a dinamiche di dominazione/sottomissione, esclusione, adorazione e piacere per il piacere altrui. Alcuni dei temi che emergono — come il cuckold, il feticismo del piede, la femdom, l’umiliazione consensuale — fanno parte di quello che in sessuologia viene definito “parafilie atipiche ma non patologiche”, a condizione che siano vissute in modo consensuale, consapevole e non causino sofferenza duratura. Tuttavia, nella sua lettera non emerge solo il piacere, ma anche una profonda ambivalenza emotiva: da un lato l’eccitazione intensa che prova attraverso queste dinamiche, dall’altro il senso di colpa, la paura di “sprecare” la propria vita affettiva, la domanda se tutto questo non derivi in fondo da rifiuti passati e da una bassa autostima. Questo è un punto importante, che non va trascurato. Le fantasie sessuali non sono mai “sbagliate” in sé: spesso sono uno specchio delle nostre esperienze, delle nostre ferite e dei nostri desideri più profondi. Ma quando iniziano a condizionare il benessere emotivo, la progettualità affettiva, o quando diventano l’unico canale di eccitazione, può essere utile intraprendere un percorso di esplorazione psicologica, non per “eliminare” il desiderio, ma per capirlo meglio, integrarlo, e ritrovare uno spazio più ampio e libero per vivere le relazioni in modo autentico. Lei non è né “ridicolo”, né “stupido”. È un essere umano sensibile e complesso, con un vissuto di timidezza, forse di esclusione affettiva, e con un desiderio profondo — che traspare tra le righe — di essere amato per intero, accolto, rispettato, coccolato, anche se attraverso forme non tradizionali. Se le va potrei accompagnarla in un cammino di maggiore libertà e benessere. Le auguro di poter trovare uno spazio affettivo in cui sentirsi davvero al sicuro, senza dover rinunciare a sé stesso. Un caro saluto......
Figlio gay che non dice di esserlo
Apri domandaGentile Francesco, la vostra apertura e sensibilità sono già un grande regalo per vostro figlio: rispettate i suoi tempi senza forzare rivelazioni. Potreste parlargli, senza menzionare il PC, dei rischi legati alla condivisione di foto online, magari in modo generico ("sappiamo che molti ragazzi lo fanno, ma..."). Rassicuratelo sulla vostra disponibilità ad ascoltarlo, senza giudizio. Sul coming out, lasciate che sia lui a deciderlo. Se in passato avete fatto battute omofobe, un sincero "scusa se abbiamo detto cose che ti hanno ferito" potrebbe aiutare. L'importante è che senta il vostro amore incondizionato. Se vi sentite in difficoltà, un confronto con un esperto di adolescenza LGBTQ+ potrebbe darvi strumenti utili: se vi va contattatemi...
Usata e poi gettata via
Apri domandaCara C., quello che stai vivendo fa male, tanto. E no, non sei sbagliata tu. Hai dato amore, ti sei aperta, hai creduto in qualcosa che sembrava profondo. E invece ti sei trovata davanti qualcuno incapace di prendersi cura di te e dei tuoi sentimenti. Non sei "usata", sei stata ferita. E chi ferisce così, chi mente, chi ti dice una cosa e ne fa un’altra, non parla del tuo valore, ma della sua confusione e superficialità. Il dolore che provi è reale, ma non durerà per sempre. Cura te stessa ora, come avresti voluto essere curata da lui. E non lasciare che la sua indifferenza diventi la tua voce interiore. Tu vali. Anche se ora non lo senti. E meriti qualcuno che ti scelga ogni giorno, davvero. Se ti va di star bene contattami pure Ti sono vicino. ❤️...
Incapacità di ritrovarmi
Apri domandaCaro Riccardo, quello che descrivi è comune nei momenti di crisi o cambiamento interiore. Sentirsi spenti, senza entusiasmo e senza obiettivi può far paura, ma è spesso il segnale che qualcosa in te sta cercando nuova direzione. Il primo passo? Non giudicarti. Il secondo? Fai una sola cosa diversa ogni giorno, anche piccola. Sei in fase di passaggio. E può essere l’inizio di qualcosa di nuovo. Ti sono vicino, e se ti va contattami... Ciao...
Dipendenza sessuale e problemi di erezione
Apri domandaCiao M., grazie per aver trovato il coraggio di condividere una parte così delicata e intima della tua storia. Leggere le tue parole fa emergere chiaramente quanto tu sia consapevole, riflessivo e desideroso di comprenderti meglio. Non è da tutti avere questa lucidità e questa voglia di verità a soli 25 anni. La tua esperienza, come la racconti, è importante e merita ascolto, cura e accoglienza. La dipendenza da pornografia e masturbazione può, nel tempo, alterare la risposta sessuale reale, creando una sorta di "abituazione" a stimoli molto forti, spesso non riproducibili nella vita reale. Questo può portare a difficoltà come quelle che descrivi: perdita dell’erezione, senso di inadeguatezza, frustrazione, paura del confronto fisico autentico. Ma è importante che tu sappia che non sei solo e che non sei “sbagliato”. Il fatto che tu provi attrazione, che tu desideri una connessione autentica e che tu riesca a distinguere tra un incontro vuoto e uno profondamente significativo (come quello che descrivi con quel ragazzo), sono segnali potenti che in te c’è una parte sana e vitale che vuole vivere relazioni piene, sincere, libere. È proprio da lì che può partire un percorso di guarigione. La dipendenza sessuale e i correlati problemi di erezione possono essere affrontati con l’aiuto di uno psicologo che ti accompagni in un cammino di comprensione, rielaborazione e riattivazione della tua intimità emotiva e corporea. Non si tratta solo di "togliere un’abitudine", ma di riscrivere con rispetto e libertà il tuo rapporto con il desiderio, la fantasia, il corpo e l’altro. Se lo desideri, se ti va possiamo parlarne insieme. Lavoreremo insieme, con delicatezza, senza giudizio, restituendo al sesso e alle relazioni il senso profondo che meritano....
Regalo fidanzato ad un matrimonio importante
Apri domandaCiao, capisco che ti senta in imbarazzo e sia delusa. È una situazione delicata. Prova a parlargli con calma, partendo dal presupposto che molto probabilmente non era a conoscenza di questa consuetudine. Digli che apprezzi il suo gesto, ma spiegagli che nella tua famiglia c'è l'usanza che il regalo copra almeno il costo del coperto. Chiarisci che non è una critica ma un modo per evitare futuri malintesi e per sentirvi entrambi a agio in queste occasioni. L'obiettivo è essere complici, non farlo sentire sbagliato. Se ti va di star bene contattami. Con empatia!...
Insicurezza per contatto della fidanzata con ex
Apri domandaCiao Filippo, grazie per aver condiviso la tua insicurezza con tanta onestà. È comprensibile che questa situazione ti crei disagio, nonostante la relazione con la tua ragazza sia così bella e piena di progetti. Il fatto che tu ti senta in questo modo non significa che sei insicuro in modo immotivato, ma che sei umano e che tieni a lei. La tua preoccupazione ha un fondamento logico: il legame con un ex può essere complesso da gestire, soprattutto quando c'è un passato sentimentale. Il fatto che lei sia riluttante a parlarne apertamente potrebbe alimentare le tue insicurezze, perché il dialogo è fondamentale per sentirsi sicuri in una coppia. Forse potresti provare a condividere con lei non solo la tua preoccupazione, ma anche il tuo desiderio di comprendere meglio il loro legame, senza accusarla o metterla sulla difensiva. Potresti dirle che apprezzi la sua sensibilità nel mantenere un rapporto con lui, ma che per te è importante capire come si sente rispetto a questo legame oggi, in modo da poter affrontare insieme la situazione e rafforzare la vostra intesa. Nel frattempo, cerca di concentrarti sulla qualità della relazione che state costruendo voi due: i progetti, le complicità, la vita quotidiana. Questo vi aiuterà a consolidare la vostra storia e a farti sentire sempre più al centro della sua vita, non una tappa intermedia. La fiducia si costruisce giorno per giorno, anche attraverso queste conversazioni sincere. Se ti di stare bene, contattami!...
Ha senso aspettare?
Apri domandaCiao Frances è comprensibile che tu stia vivendo questo momento con molta confusione e dolore. La situazione è delicata, e le emozioni che provi sono assolutamente legittime. Non sbagli a nutrire speranza: il vostro legame è stato profondo, e la rottura è avvenuta per cause esterne, non per mancanza di sentimenti. Tuttavia, è importante proteggere il tuo cuore e rispettare i suoi tempi. Lui sta affrontando un momento di grande stress e ha bisogno di spazio per elaborare ciò che sta vivendo con sua madre. Per mantenere la porta aperta a un possibile futuro insieme, puoi: Rispettare la sua richiesta di amicizia senza pressioni. Mostrati presente come amica, ascoltalo se ha bisogno di parlare, ma evita di trasformare ogni conversazione in un’analisi della vostra relazione. Dargli il tempo di cui ha bisogno . Non forzare il contatto o le rassicurazioni sul futuro. Lascia che sia lui a cercarti quando si sentirà pronto. Concentrarti sulla tua vita . Coltiva i tuoi interessi, le tue amicizie e i tuoi obiettivi. Questo ti aiuterà a stare meglio, indipendentemente da ciò che accadrà. Essere paziente . Le situazioni di crisi familiare possono cambiare le priorità delle persone, ma i sentimenti veri non scompaiono facilmente. Se ciò che provavate era solido, potrebbe avere bisogno di tempo per ritrovare la serenità necessaria per amare di nuovo. Non mettere la tua vita in attesa, ma non spegnere completamente la speranza. L’equilibrio sta nel vivere il presente senza dimenticare che il futuro può riservare sorprese. Se ti va di sta bene contattami!...
Situazione complicata con mio figlio
Apri domandaCapisco la tua preoccupazione, e fai bene a non sottovalutare la situazione. Ti consiglio di affrontare la questione con tuo figlio senza giudizi né accuse, ma con fermezza e chiarezza: parlagli dei rischi concreti (malattie, ricatti, isolamento), chiedigli di fare gli esami per le malattie sessualmente trasmissibili e proponigli un confronto sereno con te o con uno specialista. Evita di controllargli segretamente il telefono o di bloccare persone a sua insaputa: rischieresti solo di allontanarlo. Piuttosto offrigli ascolto, limiti chiari e responsabilizzazione. Se vuoi, scrivimi ancora: possiamo elaborare insieme il modo migliore di parlargli senza rompere la fiducia. Vuoi che ti prepari un discorso breve da rivolgergli?...
Difficoltà a lasciare il partner
Apri domandaCaro Mario, grazie per aver condiviso con tanta sincerità la tua storia: si sente quanto dolore e fatica ti porti dentro. Stai vivendo un doppio smarrimento — da una parte il distacco e la conflittualità nel matrimonio, dall’altra la delusione di una relazione che ti aveva fatto riscoprire emozioni profonde. È comprensibile sentirsi intrappolato, diviso tra il senso di responsabilità verso la tua famiglia e il bisogno di stare bene come uomo. La terapia di coppia ha già aiutato a ridurre i conflitti, ma forse serve anche uno spazio solo per te, per elaborare ciò che provi, chiarire i tuoi desideri e trovare la forza di scegliere senza farti schiacciare da paura o senso di colpa. Non sei solo in questo percorso, e la tua sofferenza merita ascolto e rispetto. Se ti va, scrivimi ancora: possiamo esplorare insieme come ritrovare un po’ di respiro e direzione. Vuoi che ti proponga dei passi concreti per iniziare a rimettere ordine dentro di te?...